Orientarsi tra i mutui
Prima di poter scegliere un tipo di mutuo, è bene conoscere le differenze che esistono tra i principali tipi, al fine di effettuare una scelta oculata e soprattutto consapevole.
Il mutuo a tasso fisso è un mutuo in cui il tasso d'interesse resta quello fissato dal contratto per l'intera durata del mutuo. Questo tasso è consigliato solitamente a chi preferisce essere certo degli importi delle singole rate e dell'ammontare complessivo del debito da restituire sin dal momento della stipula del contratto. A fronte di questo vantaggio, l'intermediario finanziario spesso applica condizioni più onerose rispetto al mutuo a tasso variabile. Altro svantaggio a discapito del mutuatario è che non potrà sfruttare eventuali riduzioni dei tassi di mercato.
É bene sapere che per chi richiede un mutuo a tasso fisso è importante chiedere all'intermediario di poter esaminare il piano di ammortamento, ossia il progetto di restituzione dei debito.
Il piano di ammortamento infatti stabilisce due punti: la data entro cui tutto il debito deve essere assolto, la periodicità delle singole rate, che possono variare da un mese a tre mesi fino a sei mesi; i criteri per determinare l'ammontare di ogni rata. Per maggior chiarimento, la rata è composta da due elementi: la quota capitale, che è l'importo del finanziamento restituito; la quota interessi, cioè l'interesse maturato.
Esistono diversi meccanismi per la restituzione del finanziamento: il piano di ammortamento più diffuso in Italia è il metodo francese, ossia la rata prevede una quota capitale crescente e una quota interessi decrescente. All'inizio si pagano soprattutto interessi; ma ogni volta che il capitale verrà restituito, l'ammontare degli interessi diminuisce e la quota capitale aumenta. Da tenere in considerazione che la variazione della rata in quota capitale e quota interessi può incidere sulle detrazioni fiscali, il cui importo può quindi cambiare di anno in anno.
Nel mutuo a tasso variabile il tasso d'interesse varia a scadenze prestabilite rispetto al tasso di partenza, secondo le oscillazioni del parametro di riferimento, di solito un tasso di mercato o di politica monetaria. Il rischio principale è l'aumento imprevedibile dell'importo o del numero delle rate. I tassi variabili, a parità di durata all'inizio sono più bassi di quelli fissi, ma possono aumentare nel tempo, facendo aumentare le rate anche in misura consistente.
Il tasso variabile è consigliato per chi vuole un tasso sempre in linea con l'andamento del mercato e può sostenere eventuali aumenti dell'importo delle rate.
Il mutuo a tasso misto invece è opportuno per chi al momento della stipula del contratto preferisce non prendere ancora una decisione definitiva sul tipo di tasso. Infatti per questo mutuo è previsto un tasso d'interesse che può passare da quello fisso a quello variabile e viceversa secondo scadenze fisse determinate secondo condizioni indicate nel contratto. I vantaggi o gli svantaggi di questo tipo di scelta sono alternativamente quelli del tasso fisso e del tasso variabile. Questa flessibilità può comportare un tasso maggiore.
Ancora il mutuo a due tipi di tasso è suddiviso in due parti: una parte con il tasso fisso e una con il tasso variabile. Il doppio tasso è consigliato per chi preferisce una soluzione intermedia tra il tasso fisso e il tasso variabile, equilibrando così vantaggi e svantaggi di ciascuno.
In ultima analisi consideriamo il mutuo a tasso agevolato, un mutuo i cui interessi vengono pagati in parte da alcuni enti pubblici.